Anaao Assomed e CIMO-FESMED, i principali sindacati dell’area, hanno consegnato all’Aran delle proposte congiunte che, in caso di accoglimento, consentiranno di arrivare rapidamente alla firma di un accordo molto atteso dalla categoria. I nodi fondamentali da sciogliere sono gli stessi che hanno portato le sigle a non accettare il testo proposto a luglio e a rimandare la discussione a settembre: in primis l’orario di lavoro ed i fondi contrattuali, ma anche il servizio fuori sede, la rappresentatività ed il patrocinio legale.
Se si vuole tentare di frenare la fuga dei professionisti dalla sanità pubblica, infatti, occorre migliorare le condizioni di lavoro e la qualità della vita di medici e dirigenti sanitari, impedendo alle Aziende di pretendere gratuitamente centinaia di migliaia di ore di lavoro extra-orario, anche attraverso l’utilizzo improprio delle risorse stanziate per ciascun fondo contrattuale.
Aspetti che assumono un’importanza ancor più strategica alla luce delle anticipazioni sulla prossima manovra finanziaria, che non solo continuerà ad ignorare la grande crisi del Servizio sanitario nazionale negando i 4 miliardi necessari a garantirne la sopravvivenza, ma che non sarà nemmeno in grado di adeguare all’inflazione gli stipendi dei dipendenti della Pubblica amministrazione nei contratti relativi al triennio 2022-2024.
«Considerato il clima positivo in cui si è svolta l’ultima riunione in Aran e tenendo presente l’ampia disponibilità dimostrata più volte dalla controparte – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario ANAAO-ASSOMED e Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED -, siamo certi che giungeremo rapidamente ad un accordo che soddisfi le esigenze dei professionisti. In caso contrario continueremo in ogni sede possibile, a partire dal tavolo Aran, il nostro percorso sindacale affinché i diritti dei medici e dei dirigenti sanitari, da troppo tempo ignorati, vengano finalmente riconosciuti e rispettati».
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