lunedì 8 aprile 2024

CORAGGIO E VOLONTA



"Occorrono coraggio e volontà. Le dichiarazioni del Ministro della salute Schillaci sono convincenti ed è proprio per questo motivo che riteniamo che occorrono coraggio e volontà nel fermare quel trend involutivo legato, come più volte richiamato dallo stesso Ministro, ad una lunga stagione di tagli. Abbiamo da tempo denunciato le riduzioni indiscriminate degli ultimi 10 anni sul personale sanitario, sui posti letto, sugli ambulatori e le risorse impegnate dall'attuale Governo sono certamente importanti ma non saranno mai sufficienti se non si interviene in modo strutturale sul nostro SSN. Non è solo una questione di finanziamento o di rapporto spesa/PIL, ma di corretto utilizzo delle risorse". "La questione medici gettonisti ne è un esempio. Ha avuto coraggio il Ministro Schillaci a richiedere l'intervento dei NAS, ma prendiamo atto del mancato supporto del MEF che avrebbe potuto, in via temporanea, spostare risorse dalla voce beni e servizi alla voce costo del personale per incentivare le assunzioni invece di consentire spese milionarie a favore del lavoro interinale e di quelle cooperative che si erano ben organizzate da tempo. Naturalmente tutto è legato all'attuale blocco del tetto di spesa. Il ministro ha assunto da tempo l'impegno a voler eliminare una "vergogna nazionale" che dura da 20 anni, ma non ci convincono le elaborazioni di AGENAS rispetto alla definizione dell'orario di lavoro secondo contratto; né ci convince la metodologia concordata con il MEF che si basa su quei dati consolidati che rispecchiano la recente stagione dei tagli senza avere alcuna visione futura. Sulla questione abbiamo il sospetto che la buona volontà dimostrata dal Ministro possa essere smentita da atti documentali che vadano nella direzione opposta con il rischio di far rimpiangere l'attuale blocco del tetto di spesa. Come non concordare sul mancato utilizzo di risorse stanziate in questi anni per ridurre i tempi di attesa, o sul blocco delle agende, o sulle "furberie" regionali nella gestione dei relativi finanziamenti. Noi, aggiungiamo, il rapporto tra finanziamenti al privato, per ridurre i tempi di attesa, e reale appropriatezza delle prestazioni". "Come federazione CIMO-FESMED riteniamo che occorre recuperare la dispersione di queste risorse per valorizzazione l'indennità di specificità, strumento, questo, che può calmierare la fuga dei professionisti dagli ospedali. Di certo l'indennità non può essere correlata al già avvenuto finanziamento del contratto 2022-24. Infine, concordiamo sull'eccesso di domanda anche se sono ancora molti i bisogni espressi ed inespressi. Soprattutto concordiamo sul fenomeno della inappropriatezza delle prestazioni spesso legato alla medicina difensiva. Siamo, tuttavia, fortemente preoccupati dell'intervento di altri "attori" che hanno creato e creeranno non pochi ostacoli alla definitiva risoluzione della cosiddetta colpa grave. Non abbiamo alcuna aspettativa sui risultati dei lavori della Commissione Nordio, conosciamo la visione del suo Dicastero ed è per questo motivo che le Federazioni professionali, le Organizzazioni Sindacali e le Società Scientifiche devono programmare azioni comuni di sostegno ad una seria riforma. Al Ministro Schillaci non manca né il coraggio, né la volontà ma ci sono troppi stakeholders che navigano contro la sanità pubblica ed i suoi professionisti". 

 Guido Quici presidente Federazione CIMO-FESMED e Vice Presidente CIDA



giovedì 4 aprile 2024

Sanità, Cimo-Fesmed: Urgente raccogliere appello del Nobel Parisi Il presidente Quici: "Volontà e coraggio per superare crisi servizio sanitario nazionale"



Roma, 4 aprile 2024 - "L'appello lanciato in questi giorni da 14 scienziati guidati dal premio Nobel Giorgio Parisi, sulla grave crisi del nostro servizio sanitario nazionale, non può passare inosservato perché non si tratta del solito documento redatto da una forza politica o da un'associazione o da una istituzione, ma da professionisti riconosciuti a livello internazionale che conoscono perfettamente le dinamiche che hanno portato alla grave crisi del nostra sanità". A dichiararlo è Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED e Vice Presidente CIDA. "In aggiunta, il recente rapporto della Corte dei conti dimostra, non solo la ridotta spesa sanitaria rispetto agli altri Paesi della UE, ma evidenzia la maggiore crescita della spesa privata e le gravi difficoltà nel recupero delle liste di attesa. Una miscellanea che richiede interventi strutturali urgenti che non possono risolversi in azioni spot, molto spesso demagogiche e prive di una visione, ma interventi finalizzati ad assicurare il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani. In sintesi, occorre uscire dalle ambiguità e dichiarare se si intende ancora investire in sanità oppure no; se la sanità pubblica dovrà essere necessariamente ridimensionata oppure no; se la sanità privata avrà più risorse oppure no; se le stesse saranno utilizzate per sostenere anche i costi sociali, oppure continuerà nella selezione delle prestazioni da DRG più convenienti; se la sanità integrativa sarà tale o se la stessa è sostitutiva dei LEA come avviene oggi. Il tutto nell'ambito di una riforma, quella dell'autonomia differenziata, che anche attraverso i LEP creerà meno equità e più diseguaglianze" prosegue Quici, che conclude: "Naturalmente occorre dichiarare ufficialmente se si intende rilanciare l'offerta sanitaria oppure no, attraverso la riapertura dei posti letto e degli ambulatori chiusi in questi anni per consentire finalmente quella prevenzione secondaria e terziaria che soddisfi i bisogni di salute espressi e inespressi riducendo, di fatto, le cronicità e migliorando l'aspettativa di vita degli italiani. Quindi riapriamo i reparti e gli ambulatori delle aziende ospedaliere e magari chiudiamo quelle strutture ospedaliere inefficienti e poco sicure mantenute in vita da alcuni sindaci. E, ancora, stimoliamo il ritorno dei professionisti sanitari nelle strutture pubbliche attraverso concrete azioni di reclutamento ad iniziare dallo sblocco del tetto di spesa sul personale. Riconosciamo ai professionisti della salute il proprio ruolo, la propria autonomia professionale, il proprio valore anche economico. Basta con le ambiguità, occorrono azioni serie, strutturali e durature, azioni che se ben definite ed attuate avranno un costo certamente inferiore in termini di esiti di salute con importanti ricadute sul PIL nazionale. È solo una questione di volontà e di coraggio".


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mercoledì 27 marzo 2024

tonomia differenziata. I medici la bocciano. Anaao e Cimo: “La Salute sia materia di competenza esclusiva dello Stato”


                          
26 marzo
 - Questa la posizione condivisa dai due principali sindacati dei medici ospedalieri e presentata nel corso dell'audizione che si è svolta oggi presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera. "Riteniamo necessario superare l'attuale ripartizione di materie tra Stato e Regioni, andando tuttavia nella direzione opposta a quella disegnata dal progetto di autonomia differenziata". IL DOCUMENTOAutonomia differenziata in sanità significa sottrarre, al diritto alla tutela della salute, una dimensione nazionale, mettere in crisi il Servizio sanitario nazionale e anche un'idea unitaria di Paese, di Repubblica e di Stato.

Questa la posizione condivisa da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e presentata nel corso dell'audizione che si è svolta oggi 26 marzo presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.

"Oggi – sostengono Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed e Guido Quici, Presidente Federazione Cimo-Fesmed - non ci sono evidenze che confermano un aumento del grado di efficienza dei servizi erogati a fronte di ulteriori gradi di autonomia nelle disponibilità e nella gestione delle risorse; soprattutto non ci sono quelle condizioni economiche che consentano a tutte le regioni di partire dallo stesso "nastro di partenza". "Preoccupa anche l'avvio di una concorrenza selvaggia nell'acquisizione delle risorse umane, data la possibilità di pagarle al di fuori dei vincoli del CCNL e l'autonomia nella regolamentazione dell'attività libero-professionale. Un mercato competitivo per l'ingaggio dei professionisti, nutrito dal dumping salariale e dalle contrattazioni regionali che rappresenterebbe la fine della contrattazione nazionale".

"Il diritto alla salute – proseguono - deve mantenere, quindi, una dimensione nazionale, il Ministero della Salute deve assumere il vero ruolo centrale evitando che una valenza locale ne diventi la fonte primaria, perché forti sono i rischi per l'integrazione sociale e l'unità del Paese se i cittadini non condividono gli stessi principi di giustizia sociale in un ambito rilevante come quello della salute".

"Riteniamo, pertanto, necessario superare l'attuale ripartizione di materie tra Stato e Regioni, andando tuttavia nella direzione opposta a quella disegnata dal progetto di autonomia differenziata: la salute dovrebbe essere di competenza esclusiva dello Stato, e non concorrente. Solo così si potrà tentare di sanare le differenze che si registrano al livello territoriale e garantire un accesso alle cure veramente equo e universale in ogni parte del Paese".



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martedì 26 marzo 2024

AGGRESSIONI E VIOLENZA SUI SANITARI



 ..Sulla procedibilita' d' ufficio per è possibile procedere d'ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari sia che si tratti di lesioni lievi sia gravi ogravissime, indipendentemente, quindi, dalla volontà della vittima di sporgere querela. Pubblicato infatti il DECRETO LEGISLATIVO 19 marzo 2024, n. 31 Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonche' in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. GU Serie Generale n.67 del 20-03-2024) note: Entrata in vigore del provvedimento: 04/04/2024


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lunedì 25 marzo 2024

Incentivi per Ospedali Disagiati




TOSCANA: «Molti colleghi oggi non vogliono lavorare in strutture periferiche. Vorrebbero crescere nelle competenze e nello sviluppo professionale. Nel piccolo ospedale, all'Elba come a Borgo San Lorenzo, le dotazioni strumentali sono limitate e i professionisti sono prevalentemente coinvolti nelle prestazioni urgenti, non c'è tempo per la formazione e sviluppo di maggiori competenze», spiega Lorenzo Preziuso presidente della Federazione Cimo Fesmed della Toscana. «Per quanto sia intensa l'attività, che io stesso ho svolto a Portoferraio aderendo al progetto "anch'io all'Elba", nei giovani c'è il timore perdere stimoli e opportunità di carriera. Per questo la Regione ha deciso di dare una svolta a quella situazione di carenza di personale e di predisporre quegli incentivi che da tempo chiedevamo come sindacato».


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martedì 12 marzo 2024

Aggressione Sanitaria



50 aggressioni al giorno, trend in costante crescita degli infortuni da aggressioni rilevati da INAIL nel triennio 2020-22 (+12,9%), questi sono i dati principali che hanno coinvolto i sanitari dipendenti del SSN. Un fenomeno certamente sottostimato perché non ricomprende la Sicilia ma, soprattutto, i liberi professionisti, i convenzionati e tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie private non accreditate. In ogni caso un fenomeno inarrestabile ben evidenziato in occasione della Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari fortemente voluta dal Ministro della salute Schillaci. Secondo Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED (di cui fa parte ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), "l'ottimo lavoro svolto dall' Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie, in tema di analisi del contesto, rilevazione dati, comunicazione e formazione, necessita, a questo punto, di un vero cambio di passo". "Occorrono interventi concreti sull'organizzazione del lavoro per consentire un adeguato tempo di cura che permetta al medico di recuperare quel rapporto medico-paziente perso da troppo tempo. Certamente la grave carenza di personale sanitario non aiuta, anzi crea disagio nei cittadini, allunga i tempi di risposta ai bisogni di salute, tempi ulteriormente dilazionati dalla medicina amministrata e dalla mancanza di una seria mappatura e valutazione dei rischi nelle aziende. Secondo CIMO-FESMED la formazione deve partire nelle Aziende tra coloro che definiscono i processi organizzativi e certamente, in questa ottica, anche la norma sullo scudo penale, certifica come la vera criticità delle strutture sanitarie, sia legata alla grave carenza di risorse umane, materiali e finanziarie, alle condizioni di lavoro, al numero dei casi da trattare e al contesto organizzativo, tutti elementi concreti che concorrono all'aumento delle aggressioni. Rinforzo, dunque, delle norme legislative esistenti, adeguamento degli organici, licenziamento della raccomandazione n° 8 del Ministero e da un punto di vista contrattuale, recepimento della dichiarazione congiunta n° 5 del vigente CCNL secondo cui "è necessario che le aziende approntino tutte le misure necessarie, anche in tema di patrocinio e assistenza legale, per tutelare i dirigenti che hanno subito aggressioni".


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martedì 13 febbraio 2024

Proroga scudo penale


"La proroga dello scudo penale è il primo segnale importante del Governo nei confronti di una professione, quella medica, che necessita di un sostegno, non solo economico, ma di sistema". Questo il primo commento del Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici che evidenzia come la decisa interlocuzione avviata dal ministro Schillaci con il Ministero di Grazia e Giustizia possa finalmente accelerare i tempi per affrontare una riforma, quella della responsabilità professionale degli operatori sanitari, nell'attesa di conoscere le conclusioni dei lavori prodotti dalla commissione tecnica voluta dal Ministro Nordio. Una proroga indispensabile che, tuttavia, richiede, una conclusione rapida dei lavori per rivedere urgentemente la legge Gelli e dare, quindi, le necessarie certezze al lavoro dei medici e alla tutela giuridica dei pazienti. Un primo segnale che, di fatto, rientra tra le proposte di sistema che la Federazione CIMO-FESMED, rappresentativa di ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED, aveva rilanciato in occasione dello sciopero del 5 dicembre, proposta che ricomprende anche lo sbocco del tetto di spesa per il personale sanitario. Anche in questo caso sembra in dirittura di arrivo la sperimentazione AGENAS sul fabbisogno del personale, sperimentazione che tuttavia necessita di un'attenta analisi dei risultati derivanti dall'algoritmo anche in virtù della concreta applicazione del CCNL 19-21. Appare, infatti, superfluo sottolineare come l'orario di lavoro ed il servizio fuori sede rappresentino elementi imprescindibili nella valutazione del reale fabbisogno di sanitari. Non ultimo la rivalutazione della indennità di specificità della professione sanitaria, richiesta a gran voce in occasione della legge di bilancio e non accolta per consentire alle regioni di accaparrarsi alcune centinaia di milioni di euro utili a ridurre, sulla carta, i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. L'intervento adottato non è strutturale ma solo demagogico, certamente non risolutivo e con evidenti dubbi sul reale utilizzo di un finanziamento e che, di fatto, avrebbe assicurato quel riconoscimento economico atteso dai medici e dai sanitari del servizio pubblico. In sintesi, come Federazione CIMO-FESMED, attendiamo che le nostre richieste si concretizzino in atti e la proroga dello scudo penale sembra un buon inizio. #scudopenale #medici #salute #italia

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