giovedì 21 dicembre 2023

Lettera Aperta alla Regione Toscana



Intersindacale della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria Toscana Firenze 21 Dicembre 2023 Lettera aperta ai Presidenti della Regione, del Consiglio Regionale e delle Commissioni, alla Giunta e ai Rappresentanti di tutte le forze politiche In relazione all'ipotesi di aumento dell'imposizione IRPEF per ripianare il deficit di bilancio della sanità toscana, l'Intersindacale Toscana dei Medici, Veterinari e Dirigenti Sanitari SSN, pur riconoscendo l'impegno della regione sulla sostenibilità del sistema sanitario pubblico, esprime piena contrarietà alla soluzione proposta, peraltro attuata con una progressività incomprensibile e che risparmia i redditi realmente alti. In un contesto nazionale che presenta un'evasione fiscale quantificata in 100 miliardi di euro l'anno, ricorrere ad uno strumento che vessa ulteriormente i soliti noti contribuenti che già sostengono con il loro stipendio la gran parte del gettito fiscale e che – nel contesto specifico - sequestra anche gran parte degli aumenti previsti dai recenti rinnovi contrattuali del personale sanitario, già di per sé inadeguati e ancora non riscossi. Questa manovra contribuirà all'ulteriore disaffezione dei professionisti e favorirà ulteriormente la loro fuga dal Servizio Sanitario Nazionale. Non ci sfugge e ci preoccupa molto il fatto di essere di fronte ad un attacco alla sanità pubblica, con un livello di finanziamento di circa 30 miliardi in meno rispetto alla media OCSE e addirittura 80 miliardi meno di Germania e Francia. Questi sono i motivi per cui abbiamo intrapreso una serie di scioperi articolati che continueremo a tutti i livelli (locale – regionale – nazionale) fino a quando il SSN, conquista inestimabile del nostro Paese, non sarà messo in sicurezza. E tuttavia, siamo certi che vi siano altri strumenti per gestire meglio le criticità economiche: a tal proposito chiediamo l'apertura immediata di un confronto regionale – da concludersi entro specifiche scadenze - al fine di: • Razionalizzare la rete ospedaliera: non possiamo più permetterci di tenere aperti, nell'attuale configurazione, alcuni ospedali che non garantiscono efficacia ed efficienza delle cure, esponendo il cittadino e gli operatori a un rischio clinico inaccettabile. • Dare una vocazione agli ospedali di prossimità che non possono fare tutto ma possono specializzarsi su poche linee assistenziali per dare un contributo allo smaltimento delle liste di attesa e risparmiare al contempo risorse. • Governare il territorio al fine di evitare che un numero impressionante di cittadini si rivolga impropriamente al pronto soccorso per codici a bassa priorità, con spreco di risorse e completa esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria. • Predisporre un piano di verifica dell'appropriatezza prescrittiva delle richieste di prestazioni in tutte le classi di priorità e non solo per quelle urgenti e differite • Effettuare una ricognizione della reale consistenza dell'apparato amministrativo nelle ASL e nelle Aziende Miste (ivi compreso il personale amministrativo universitario che percepisce indennità assistenziali), al fine di effettuare una verifica delle funzioni dei profili dirigenziali e valutare una possibile diversa allocazione di tale personale, nell'obiettivo di sollevare in parte il personale sanitario dal carico di lavoro burocratico che è diventato insostenibile • Avviare con decisione un piano di digitalizzazione, adeguando i programmi gestionali ed armonizzandoli alle necessità degli operatori, assicurando anche l'assistenza di prossimità Intersindacale della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria Toscana • Predisporre una programmazione regionale che consenta di gestire la cronicità evolutiva ad esito infausto evitando che questi malati convergano universalmente sulle strutture ospedaliere. • Affrontare il problema della formazione specialistica post-laurea, in un contesto che vede il 40% dei contratti di formazione specialistica non assegnati a livello regionale ed in discipline essenziali per l'assistenza • Razionalizzare l'acquisizione dei dispositivi e dell'alta tecnologia che non deve essere lasciata alle velleità politiche territoriali o dei singoli professionisti, ma deve essere garantita da un progetto di governo clinico regionale efficiente e sostenibile. A tal proposito è inutile e fonte di ulteriori sprechi acquisire coi fondi PNRR ulteriori macchinari se poi non si assume il personale necessario a gestirli • Riconoscere gli emolumenti economici previsti da norme di legge (art. 11 del D.L. Calabria) agli operatori sanitari toscani che sono tra i meno retribuiti di tutto il Paese. Un divario che è destinato a crescere per tutti gli operatori sanitari che però consentono a questa regione di essere ai primi posti in tutte le classifiche nazionali relative agli esiti assistenziali. Vi è la necessità che la politica abbia il coraggio di affrontare i nodi strutturali della sanità, evitando provvedimenti estemporanei e di efficacia limitata nel tempo e di speculare per motivazioni di basso profilo a danno della cittadinanza e degli operatori. Concludiamo chiedendo a tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione un impegno di responsabilità leale e reciproco ed una presa di posizione chiara a favore del Servizio Sanitario Nazionale e che pertanto tutti si adoperino per superare la grave congiuntura che stiamo vivendo, prima che sia troppo tardi. Perché se la Salute non ha prezzo, la Sanità non ha colore. L'intersindacale della Dirigenza Medica, Sanitaria e Veterinaria dell'Area Sanità Toscana


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lunedì 18 dicembre 2023

Comunicato Stampa ANAAO ASSOMED CIMO FESMED NURSING UP

MEDICI, DIRIGENTI SANITARI E INFERMIERI, OSTETRICHE E PROFESSIONI SANITARIE EX LEGGE 43/2006 BOCCIANO LA MANOVRA "SENZA INTERVENTI STRUTTURALI, DOVERE SOCIALE CONTINUARE LA MOBILITAZIONE: 48 ORE DI SCIOPERO A GENNAIO" Roma 18 dicembre 2023 - «La manovra economica per il 2024 è l'ennesimo schiaffo al Servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti perché mortifica i principi della salvaguardia della sanità pubblica e del diritto alla tutela della salute che continuano a non essere tra le priorità di questo Paese, a prescindere dal colore e dall'appartenenza politica di chi lo governa». «Al netto dei rinnovi contrattuali in scadenza, ben al di sotto del tasso inflattivo, il vero finanziamento del SSN e di soli 800 milioni che saranno impegnati in interventi non strutturali, ma di "propaganda" per far credere ai cittadini l'impegno del Governo a risolvere l'annosa questione dei tempi di attesa. Noi professionisti siamo i primi a subire gli effetti distorsivi di un sistema non più in grado di garantire l'accesso alle cure ed è questo il motivo per cui siamo al fianco dei cittadini con il dovere civico di proseguire le nostre azioni di protesta nei prossimi mesi portandola, se necessario, anche in sede di Parlamento Europeo». «Senza confronto e senza novità sostanziali sulle richieste alla base delle nostre mobilitazioni, nel mese di Gennaio 2024 proseguiremo con 48 ore di sciopero, le cui date verranno comunicate non appena sentite la basi associative» annunciano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED, Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED e Antonio De Palma, Presidente NURSING UP. «I numeri della fuga di medici, dirigenti sanitari, infermieri ed ostetriche dalle corsie italiane in favore degli ospedali di altri paesi europei - denunciano i leader sindacali - sono sempre più allarmanti e la mancanza di una seria politica di investimenti nel sistema sanitario e nel suo capitale umano non lascia alcuna speranza per il futuro. Un'emorragia che avvicina il Ssn al baratro verso cui la politica lo sta spingendo da anni, con la differenza che ora non c'è più tempo per salvarlo. Siamo a un punto di non ritorno». «Le nostre richieste - proseguono - rappresentano non solo legittime rivendicazioni delle categorie che rappresentiamo, ma vere e proprie parole d'ordine che mirano a migliorare il sistema di cure nel suo complesso tenendo conto anche delle implicazioni che possono avere sui cittadini. Pensiamo alla situazione dei luoghi di lavoro in cui operiamo venuta tristemente alla ribalta dopo l'incendio all'ospedale di Tivoli che ha fatto emergere prepotentemente lo stato di abbandono di molti ospedali. Quello della manutenzione delle infrastrutture è un ulteriore tassello di un puzzle che nessuno si prende cura di comporre. E dire che l'Italia ha a disposizione i fondi del PNRR per opere di ammodernamento, ma non sanno bene come utilizzarli!». «Siamo sempre più determinati - concludono Di Silverio, Quici e De Palma - a uscire dal vicolo cieco in cui la politica ci costringe da almeno 20 anni e siamo disposti a tutte le azioni sindacali per affermare la nostra dignità di professionisti e riprenderci la considerazione che meritiamo. Sappiamo di avere al nostro fianco milioni di italiani che alla sanità pubblica si rivolgono ogni giorno e che alla sanità pubblica non possono rinunciare».


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giovedì 7 dicembre 2023

Sciopero a Gennaio


"La giornata del 5 dicembre, con lo sciopero nazionale e le manifestazioni in tutta Italia, ha visto una enorme partecipazione e una eco mediatica che ha superato i confini nazionali – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed e @Antonio De Palma, Presidente Nursing Up - Il Sindacato degli Infermieri Italiani -. Ha inoltre segnato l'inizio di un nuovo percorso di mobilitazione che vede finalmente uniti medici, dirigenti sanitari, infermieri. La richiesta emersa con voce unanime è stata: rispetto per la professione". "Apprendiamo con soddisfazione della dilatazione dei tempi parlamentari per l'approvazione della manovra, ottenuta anche per rivedere la norma sul taglio delle pensioni dei sanitari all'indomani del successo della nostra protesta, e auspichiamo dunque che in questi giorni sia possibile modificare la bozza di legge di bilancio prevedendo gli aggiustamenti che chiediamo: investire nel SSN non solo con finanziamenti, ma anche con leggi che ne consentano il rilancio; rendere appetibile le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni che limiti il disagio; eliminare il tetto di spesa alle assunzioni; aumentare le retribuzioni, prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti; rivedere il modello contrattuale, con rispetto per le specificità sanitarie; depenalizzare l'atto medico e sanitario; mantenere i diritti acquisiti, anche con riferimento all'assetto pensionistico. "Ma in assenza di risposte la vertenza non si fermerà, e per dar seguito alla nostra azione congiunta iniziata il 5 dicembre e nel rispetto dei regolamenti, siamo pronti a proclamare altre giornate di sciopero a gennaio 2024. Se le nostre richieste continueranno ad essere ignorate proseguiremo il percorso di mobilitazione, allargando il fronte della partecipazione, perché quello che oggi viene percepito come problema professionale venga avvertito anche come problema sociale, che riguarda non solo gli operatori della sanità, ma anche e soprattutto i cittadini. Porteremo dunque in piazza tutti coloro che hanno a cuore il Ssn, ed arriveremo a rappresentare le nostre doglianze, negli interessi della salute collettiva, sino alle sedi istituzionali sovra nazionali". "La nostra azione è racchiusa in questo slogan 'La sanità pubblica non si svende, si difende' e non ci fermeremo fino a quando non arriveranno soluzioni concrete e operative a problemi che molti osservano ma pochissimi affrontano. Chiediamo solo di lavorare meglio in un servizio sanitario migliore".


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ANAAO ASSOMED e CIMO-FESMED rispondono a Schillaci: Stupiti e meravigliati dall’attacco del Ministro

 

Roma, 6 dicembre 2023 – "Siamo stupiti e meravigliati dalle dichiarazioni del Ministro della salute, Orazio Schillaci, all'indomani del grande successo dello sciopero dei medici e dirigenti sanitari", commentano Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed, dopo aver letto l'intervista rilasciata dal Ministro al Corriere della Sera.

 

"Ci appare doveroso replicare senza alcun intento polemico, ma entrando nel merito di tutti i punti toccati nell'intervista. A iniziare dal finanziamento per la sanità previsto nella manovra economica per il 2024. Ognuno – dichiarano Di Silverio e Quici – può avere il proprio punto di vista, ma i numeri sono oggettivi e parlano chiaro. La manovra mette a disposizione 3 miliardi di cui 2,3 destinati a un rinnovo contrattuale che, facendo parte i medici e dirigenti sanitari della pubblica amministrazione, prevederà un aumento del 5.78%, ben 10 punti al di sotto del tasso inflattivo. E non sarà un piccolo anticipo, come dichiarato dal Ministro, a cambiare le cose, considerato che com'è ovvio tale anticipo sarà poi decurtato dall'aumento che vedremo al momento del rinnovo del contratto. Tra l'altro, l'anticipo degli aumenti contrattuali previsto dal Ministro Zangrillo è stato adottato solo in due Regioni".

 

"Ricordiamo inoltre che il contratto 2019-2021, pre-firmato a settembre, deve ancora essere licenziato dal Consiglio dei Ministri e dovrà poi passare al vaglio della Corte dei Conti. A fare presto quindi dovrebbe essere il Governo perché se non si licenzia quello attuale non si potrà procedere alla discussione del nuovo. Ed evidenziamo anche che le trattative per il rinnovo del CCNL 2022-2024 inizieranno con il comparto della sanità, ritardando quindi ulteriormente di almeno un altro anno l'adozione di quello della dirigenza".

 

"Puntare poi – dichiarano Di Silverio e Quici – su un aumento economico basato sul lavoro straordinario, quando i medici e i dirigenti sanitari già lavorano 60 ore a settimana e hanno 5 milioni di giornate di ferie arretrate per sopperire alle carenze di personale, non ci sembra il modo migliore né per risolvere il problema delle liste d'attesa né per rendere appetibile la professione, come ha più volte dichiarato il Ministro stesso. Piuttosto contribuirà allo svuotamento già in atto degli ospedali. Per questo chiediamo che quelle risorse vengano destinate all'aumento o alla detassazione di una parte della retribuzione".

 

"Siamo anche meravigliati che nelle sue dichiarazioni il Ministro non abbia citato uno dei suoi cavalli di battaglia, e cioè la depenalizzazione dell'atto medico, che un disegno di legge della Lega intende affossare nel peggiore dei modi".

 

"Non possiamo poi ancora pronunciarci in merito alle novità annunciate in tema di revisione della norma sul taglio delle pensioni dei medici e all'intento di eliminare il tetto alla spesa sul personale su cui il Governo pare stia lavorando: finché non leggeremo i testi e il frutto di questo lavoro infatti non possiamo esprimere alcun giudizio, né in senso positivo né negativo".

 

"Cercare inoltre – come abbiamo letto – di far emergere divisioni tra sindacati di categoria per giustificare i ritardi di una tornata contrattuale indipendenti dai sindacati stessi, ci appare poi poco attinente alla realtà e sinceramente pretestuoso. Le richieste dei sindacati son comuni, i temi trattati dalle varie componenti anche, le motivazioni dello sciopero proclamato dalle altre sigle rappresentative della dirigenza medica e sanitaria per il 18 dicembre sono le stesse che hanno spinto in piazza Anaao Assomed e Cimo-Fesmed".

 

"Forse le vere divisioni sono all'interno di un Governo che non ascolta quello che il Ministro cerca di affermare da più di un anno e che noi condividiamo: noi siamo sempre stati dalla parte del Ministro della Salute, e per questa ragione le dichiarazioni di oggi ci meravigliano. Investire sul SSN vuol dire fare scelte coraggiose non solo in termini di stanziamento di risorse – ribadiamo che in questa congiuntura macroeconomica occorre fare i conti con le risorse (poche) che abbiamo a disposizione – ma soprattutto in termini di scelte strategiche e politiche che vanno in una direzione diversa".

 

"Continuare a investire sul privato e sul lavoro straordinario e contestualmente affermare che i medici, i dirigenti sanitari e gli infermieri sono merce rara da salvaguardare è una contraddizione in termini".

 

"Ci aspettiamo – concludono Di Silverio e Quici – che questi ultimi giorni che precedono la presentazione in Aula del Senato della legge di Bilancio possano vedere un riavvicinamento tra le parti imprescindibile per migliorare il nostro sistema di cure e dimostrare che davvero il Governo ha a cuore gli operatori sanitari e quindi i cittadini così come li abbiamo a cuore noi. In attesa di risposte certe, allora, continuiamo con la protesta perché è questa la richiesta che ci giunge dagli ospedali di tutta Italia. E le piazze di ieri, riempite di medici, dirigenti sanitari e infermieri arrabbiati ma non ancora rassegnati, ne sono la dimostrazione".