lunedì 8 aprile 2024
CORAGGIO E VOLONTA
giovedì 4 aprile 2024
Sanità, Cimo-Fesmed: Urgente raccogliere appello del Nobel Parisi Il presidente Quici: "Volontà e coraggio per superare crisi servizio sanitario nazionale"
mercoledì 27 marzo 2024
tonomia differenziata. I medici la bocciano. Anaao e Cimo: “La Salute sia materia di competenza esclusiva dello Stato”
Questa la posizione condivisa da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e presentata nel corso dell'audizione che si è svolta oggi 26 marzo presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.
"Oggi – sostengono Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed e Guido Quici, Presidente Federazione Cimo-Fesmed - non ci sono evidenze che confermano un aumento del grado di efficienza dei servizi erogati a fronte di ulteriori gradi di autonomia nelle disponibilità e nella gestione delle risorse; soprattutto non ci sono quelle condizioni economiche che consentano a tutte le regioni di partire dallo stesso "nastro di partenza". "Preoccupa anche l'avvio di una concorrenza selvaggia nell'acquisizione delle risorse umane, data la possibilità di pagarle al di fuori dei vincoli del CCNL e l'autonomia nella regolamentazione dell'attività libero-professionale. Un mercato competitivo per l'ingaggio dei professionisti, nutrito dal dumping salariale e dalle contrattazioni regionali che rappresenterebbe la fine della contrattazione nazionale".
"Il diritto alla salute – proseguono - deve mantenere, quindi, una dimensione nazionale, il Ministero della Salute deve assumere il vero ruolo centrale evitando che una valenza locale ne diventi la fonte primaria, perché forti sono i rischi per l'integrazione sociale e l'unità del Paese se i cittadini non condividono gli stessi principi di giustizia sociale in un ambito rilevante come quello della salute".
"Riteniamo, pertanto, necessario superare l'attuale ripartizione di materie tra Stato e Regioni, andando tuttavia nella direzione opposta a quella disegnata dal progetto di autonomia differenziata: la salute dovrebbe essere di competenza esclusiva dello Stato, e non concorrente. Solo così si potrà tentare di sanare le differenze che si registrano al livello territoriale e garantire un accesso alle cure veramente equo e universale in ogni parte del Paese".
martedì 26 marzo 2024
AGGRESSIONI E VIOLENZA SUI SANITARI
lunedì 25 marzo 2024
Incentivi per Ospedali Disagiati
martedì 12 marzo 2024
Aggressione Sanitaria
martedì 13 febbraio 2024
Proroga scudo penale
martedì 30 gennaio 2024
CONTO ECONOMICO 2021
Conto economico 2021: per il personale sanitario si spende sempre meno, ma boom di cooperative
In 11 anni il rapporto tra il costo del personale e la spesa sanitaria complessiva è passato dal 32% al 28%, ma nel 2021 si è speso il 66,22% in più rispetto al 2019 per medici gettonisti e cooperative
Roma, 30 gennaio 2024 – La spesa sanitaria aumenta, ma si continua a risparmiare sul personale. A confermarlo è il Conto economico relativo al 2021 pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero della Salute: a fronte di un finanziamento del SSN aumentato, tra il 2010 ed il 2021, del 19,9%, il costo del personale è cresciuto solo del 2,77%. Da una elaborazione dei dati condotta dalla Federazione CIMO-FESMED, emerge allora con chiarezza come il rapporto tra il costo del personale e la spesa sanitaria complessiva sia in costante decrescita, passando dal 32% al 28%.
Ma c'è un altro dato che, sebbene in modo indiretto, è legato all'evidente intenzione di disinvestire sul personale sanitario: la formazione continua, la cui spesa nel 2021 è diminuita del 7,72% rispetto al 2019 e del 23,72% rispetto al 2010.
A fronte di tali tagli, però, assistiamo all'aumento notevole di altri capitoli di spesa, a cominciare dalla voce relativa a consulenze, collaborazioni e lavoro interinale sanitari, per i quali nel 2021 si è speso oltre 900 milioni di euro in più rispetto al 2019, registrando un aumento del 79,28%. Sono questi i capitoli di spesa che ricomprendono le cooperative e i medici gettonisti, il cui costo è aumentato, nel triennio analizzato, di 173 milioni (+66,22%), passando da 261,5 milioni a 434,7 milioni di euro.
Con il segno positivo anche altri capitoli, come la spesa per le assicurazioni (cresciuta, tra il 2019 ed il 2021, del 13,08%) e per i servizi non sanitari, ed in particolare i costi legati ai sistemi informativi (+35,49%), allo smaltimento dei rifiuti (+48,78%) e ai servizi di trasporto non sanitari (+25,59%).
«Si tratta di numeri impietosi, che vanno al di là delle polemiche politiche su quale governo abbia introdotto il tetto alla spesa del personale –commenta Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -: la volontà ditagliare sulle figure professionali che tengono in vita il Servizio sanitario nazionale è bipartisan, e tale è la responsabilità delle condizioni drammatiche in cui oggi versa la sanità pubblica. Per risollevare il SSN, allora, è essenziale invertire il trend, e rilanciare l'offerta sanitaria tornando ad investire realmente sul personale sanitario».
venerdì 26 gennaio 2024
Congresso CIMO - Roma 26/01/2024
giovedì 25 gennaio 2024
martedì 23 gennaio 2024
COMUNICATO STAMPA
martedì 16 gennaio 2024
CIMO-FESMED la ricetta per fermare la fuga dei medici ospedalieri
Nel 2024 intervenire su depenalizzazione dell'atto medico, eliminazione del tetto di spesa e valorizzazione dell'indennità di specificità medica e sanitaria. Quici: «Senza impegni seri su questi tre punti continueremo la mobilitazione» Roma, 11 gennaio 2024 - Quali sono le priorità su cui lavorare nel 2024 per tentare di frenare nei prossimi tre anni la fuga dei medici ospedalieri dal Servizio sanitario nazionale? Depenalizzazione dell'atto medico, eliminazione del tetto alla spesa per il personale sanitario e valorizzazione dell'indennità di specificità medica e sanitaria. Sono questi, secondo il sindacato di categoria Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono le sigle ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), i tre punti nodali che consentirebbero ai medici di lavorare con più tranquillità e ottenendo maggiori riconoscimenti. Per evitare, nei prossimi tre anni, il fallimento del SSN occorre infatti rendere il lavoro nella sanità pubblica nuovamente attrattivo sia per i medici specializzandi che per i tanti professionisti che sono tentati di abbandonare il pubblico per lavorare nel privato o all'estero. «Chiediamo innanzitutto la chiusura rapida dei lavori della Commissione Nordio istituita per le problematiche relative alla responsabilità professionale dei medici - dichiara Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -. Si tratta di un tema urgente e di estrema importanza, decisivo per le rivendicazioni sindacali, perché il timore di contenziosi, che nel 90% dei casi si risolvono in un nulla di fatto, rende impossibile ai professionisti lavorare con serenità. Dall'altra parte, la preoccupazione del medico porta ad una crescita esponenziale del ricorso alla medicina difensiva, che ogni anno costa allo Stato oltre 10 miliardi di euro». «In secondo luogo - spiega ancora Quici - occorrerebbe eliminare l'odioso tetto alla spesa per il personale sanitario, introdotto nel 2004 e mai più modificato se non marginalmente. Tale intervento cancellerebbe l'alibi adottato da più Regioni secondo le quali la causa delle mancate assunzioni e valorizzazioni del personale sarebbe proprio tale limite di spesa, che viene aggirato pagando a peso d'oro il lavoro a cottimo delle cooperative. In realtà i dati ci mostrano che nel 2022 il tetto è stato lievemente superato solo dall'Emilia Romagna, mentre complessivamente le altre Regioni avrebbero potuto spendere 2,6 miliardi di euro in più. Per questo l'eliminazione del tetto avverrebbe praticamente a costo zero, ma responsabilizzerebbe maggiormente le Regioni, costringendole a spendere le risorse a disposizione per il personale sanitario». «Infine ma non da ultimo - aggiunge Quici - in attesa di firmare il contratto scaduto nel lontano 2021, chiediamo ancora una volta di far uscire il personale sanitario dalla pubblica amministrazione e di valorizzarlo economicamente attraverso l'aumento dell'indennità di specificità medica e sanitaria, in modo da avvicinare gli stipendi italiani alla media europea. La legge di bilancio è stata un fallimento perché le risorse stanziate per i rinnovi dei contratti, quale atto dovuto, non sono assolutamente sufficienti a raggiungere tale scopo: gli aumenti previsti sono infatti inferiori al tasso inflattivo, e in ogni caso dopo il Covid ci aspettavamo un adeguato riconoscimento che è venuto meno a causa di mance elargite a Regioni e privato con la promessa della riduzione dei tempi di attesa. Riduzione che non si verificherà mai senza un vero rilancio del SSN». «Si tratta di tre richieste ben note al Governo, a cui è stato chiesto un impegno serio che porti in tempi rapidi al raggiungimento di questi obiettivi ambiziosi ma non impossibili. Se tuttavia dalle parole non si passerà rapidamente ai fatti, proseguiremo convintamente la mobilitazione avviata negli scorsi mesi»,
conclude il Presidente CIMO-FESMED. A.N.P.O. A.S.C.O.T.I. CIMO CIMOP MEDICI OSPEDALITA' PRIVATA FESMED
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