lunedì 8 aprile 2024

CORAGGIO E VOLONTA



"Occorrono coraggio e volontà. Le dichiarazioni del Ministro della salute Schillaci sono convincenti ed è proprio per questo motivo che riteniamo che occorrono coraggio e volontà nel fermare quel trend involutivo legato, come più volte richiamato dallo stesso Ministro, ad una lunga stagione di tagli. Abbiamo da tempo denunciato le riduzioni indiscriminate degli ultimi 10 anni sul personale sanitario, sui posti letto, sugli ambulatori e le risorse impegnate dall'attuale Governo sono certamente importanti ma non saranno mai sufficienti se non si interviene in modo strutturale sul nostro SSN. Non è solo una questione di finanziamento o di rapporto spesa/PIL, ma di corretto utilizzo delle risorse". "La questione medici gettonisti ne è un esempio. Ha avuto coraggio il Ministro Schillaci a richiedere l'intervento dei NAS, ma prendiamo atto del mancato supporto del MEF che avrebbe potuto, in via temporanea, spostare risorse dalla voce beni e servizi alla voce costo del personale per incentivare le assunzioni invece di consentire spese milionarie a favore del lavoro interinale e di quelle cooperative che si erano ben organizzate da tempo. Naturalmente tutto è legato all'attuale blocco del tetto di spesa. Il ministro ha assunto da tempo l'impegno a voler eliminare una "vergogna nazionale" che dura da 20 anni, ma non ci convincono le elaborazioni di AGENAS rispetto alla definizione dell'orario di lavoro secondo contratto; né ci convince la metodologia concordata con il MEF che si basa su quei dati consolidati che rispecchiano la recente stagione dei tagli senza avere alcuna visione futura. Sulla questione abbiamo il sospetto che la buona volontà dimostrata dal Ministro possa essere smentita da atti documentali che vadano nella direzione opposta con il rischio di far rimpiangere l'attuale blocco del tetto di spesa. Come non concordare sul mancato utilizzo di risorse stanziate in questi anni per ridurre i tempi di attesa, o sul blocco delle agende, o sulle "furberie" regionali nella gestione dei relativi finanziamenti. Noi, aggiungiamo, il rapporto tra finanziamenti al privato, per ridurre i tempi di attesa, e reale appropriatezza delle prestazioni". "Come federazione CIMO-FESMED riteniamo che occorre recuperare la dispersione di queste risorse per valorizzazione l'indennità di specificità, strumento, questo, che può calmierare la fuga dei professionisti dagli ospedali. Di certo l'indennità non può essere correlata al già avvenuto finanziamento del contratto 2022-24. Infine, concordiamo sull'eccesso di domanda anche se sono ancora molti i bisogni espressi ed inespressi. Soprattutto concordiamo sul fenomeno della inappropriatezza delle prestazioni spesso legato alla medicina difensiva. Siamo, tuttavia, fortemente preoccupati dell'intervento di altri "attori" che hanno creato e creeranno non pochi ostacoli alla definitiva risoluzione della cosiddetta colpa grave. Non abbiamo alcuna aspettativa sui risultati dei lavori della Commissione Nordio, conosciamo la visione del suo Dicastero ed è per questo motivo che le Federazioni professionali, le Organizzazioni Sindacali e le Società Scientifiche devono programmare azioni comuni di sostegno ad una seria riforma. Al Ministro Schillaci non manca né il coraggio, né la volontà ma ci sono troppi stakeholders che navigano contro la sanità pubblica ed i suoi professionisti". 

 Guido Quici presidente Federazione CIMO-FESMED e Vice Presidente CIDA



giovedì 4 aprile 2024

Sanità, Cimo-Fesmed: Urgente raccogliere appello del Nobel Parisi Il presidente Quici: "Volontà e coraggio per superare crisi servizio sanitario nazionale"



Roma, 4 aprile 2024 - "L'appello lanciato in questi giorni da 14 scienziati guidati dal premio Nobel Giorgio Parisi, sulla grave crisi del nostro servizio sanitario nazionale, non può passare inosservato perché non si tratta del solito documento redatto da una forza politica o da un'associazione o da una istituzione, ma da professionisti riconosciuti a livello internazionale che conoscono perfettamente le dinamiche che hanno portato alla grave crisi del nostra sanità". A dichiararlo è Guido Quici, Presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED e Vice Presidente CIDA. "In aggiunta, il recente rapporto della Corte dei conti dimostra, non solo la ridotta spesa sanitaria rispetto agli altri Paesi della UE, ma evidenzia la maggiore crescita della spesa privata e le gravi difficoltà nel recupero delle liste di attesa. Una miscellanea che richiede interventi strutturali urgenti che non possono risolversi in azioni spot, molto spesso demagogiche e prive di una visione, ma interventi finalizzati ad assicurare il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani. In sintesi, occorre uscire dalle ambiguità e dichiarare se si intende ancora investire in sanità oppure no; se la sanità pubblica dovrà essere necessariamente ridimensionata oppure no; se la sanità privata avrà più risorse oppure no; se le stesse saranno utilizzate per sostenere anche i costi sociali, oppure continuerà nella selezione delle prestazioni da DRG più convenienti; se la sanità integrativa sarà tale o se la stessa è sostitutiva dei LEA come avviene oggi. Il tutto nell'ambito di una riforma, quella dell'autonomia differenziata, che anche attraverso i LEP creerà meno equità e più diseguaglianze" prosegue Quici, che conclude: "Naturalmente occorre dichiarare ufficialmente se si intende rilanciare l'offerta sanitaria oppure no, attraverso la riapertura dei posti letto e degli ambulatori chiusi in questi anni per consentire finalmente quella prevenzione secondaria e terziaria che soddisfi i bisogni di salute espressi e inespressi riducendo, di fatto, le cronicità e migliorando l'aspettativa di vita degli italiani. Quindi riapriamo i reparti e gli ambulatori delle aziende ospedaliere e magari chiudiamo quelle strutture ospedaliere inefficienti e poco sicure mantenute in vita da alcuni sindaci. E, ancora, stimoliamo il ritorno dei professionisti sanitari nelle strutture pubbliche attraverso concrete azioni di reclutamento ad iniziare dallo sblocco del tetto di spesa sul personale. Riconosciamo ai professionisti della salute il proprio ruolo, la propria autonomia professionale, il proprio valore anche economico. Basta con le ambiguità, occorrono azioni serie, strutturali e durature, azioni che se ben definite ed attuate avranno un costo certamente inferiore in termini di esiti di salute con importanti ricadute sul PIL nazionale. È solo una questione di volontà e di coraggio".


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mercoledì 27 marzo 2024

tonomia differenziata. I medici la bocciano. Anaao e Cimo: “La Salute sia materia di competenza esclusiva dello Stato”


                          
26 marzo
 - Questa la posizione condivisa dai due principali sindacati dei medici ospedalieri e presentata nel corso dell'audizione che si è svolta oggi presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera. "Riteniamo necessario superare l'attuale ripartizione di materie tra Stato e Regioni, andando tuttavia nella direzione opposta a quella disegnata dal progetto di autonomia differenziata". IL DOCUMENTOAutonomia differenziata in sanità significa sottrarre, al diritto alla tutela della salute, una dimensione nazionale, mettere in crisi il Servizio sanitario nazionale e anche un'idea unitaria di Paese, di Repubblica e di Stato.

Questa la posizione condivisa da Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e presentata nel corso dell'audizione che si è svolta oggi 26 marzo presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera.

"Oggi – sostengono Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed e Guido Quici, Presidente Federazione Cimo-Fesmed - non ci sono evidenze che confermano un aumento del grado di efficienza dei servizi erogati a fronte di ulteriori gradi di autonomia nelle disponibilità e nella gestione delle risorse; soprattutto non ci sono quelle condizioni economiche che consentano a tutte le regioni di partire dallo stesso "nastro di partenza". "Preoccupa anche l'avvio di una concorrenza selvaggia nell'acquisizione delle risorse umane, data la possibilità di pagarle al di fuori dei vincoli del CCNL e l'autonomia nella regolamentazione dell'attività libero-professionale. Un mercato competitivo per l'ingaggio dei professionisti, nutrito dal dumping salariale e dalle contrattazioni regionali che rappresenterebbe la fine della contrattazione nazionale".

"Il diritto alla salute – proseguono - deve mantenere, quindi, una dimensione nazionale, il Ministero della Salute deve assumere il vero ruolo centrale evitando che una valenza locale ne diventi la fonte primaria, perché forti sono i rischi per l'integrazione sociale e l'unità del Paese se i cittadini non condividono gli stessi principi di giustizia sociale in un ambito rilevante come quello della salute".

"Riteniamo, pertanto, necessario superare l'attuale ripartizione di materie tra Stato e Regioni, andando tuttavia nella direzione opposta a quella disegnata dal progetto di autonomia differenziata: la salute dovrebbe essere di competenza esclusiva dello Stato, e non concorrente. Solo così si potrà tentare di sanare le differenze che si registrano al livello territoriale e garantire un accesso alle cure veramente equo e universale in ogni parte del Paese".



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martedì 26 marzo 2024

AGGRESSIONI E VIOLENZA SUI SANITARI



 ..Sulla procedibilita' d' ufficio per è possibile procedere d'ufficio anche nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari sia che si tratti di lesioni lievi sia gravi ogravissime, indipendentemente, quindi, dalla volontà della vittima di sporgere querela. Pubblicato infatti il DECRETO LEGISLATIVO 19 marzo 2024, n. 31 Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di attuazione della legge 27 settembre 2021, n. 134, recante delega al Governo per l'efficienza del processo penale nonche' in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. GU Serie Generale n.67 del 20-03-2024) note: Entrata in vigore del provvedimento: 04/04/2024


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lunedì 25 marzo 2024

Incentivi per Ospedali Disagiati




TOSCANA: «Molti colleghi oggi non vogliono lavorare in strutture periferiche. Vorrebbero crescere nelle competenze e nello sviluppo professionale. Nel piccolo ospedale, all'Elba come a Borgo San Lorenzo, le dotazioni strumentali sono limitate e i professionisti sono prevalentemente coinvolti nelle prestazioni urgenti, non c'è tempo per la formazione e sviluppo di maggiori competenze», spiega Lorenzo Preziuso presidente della Federazione Cimo Fesmed della Toscana. «Per quanto sia intensa l'attività, che io stesso ho svolto a Portoferraio aderendo al progetto "anch'io all'Elba", nei giovani c'è il timore perdere stimoli e opportunità di carriera. Per questo la Regione ha deciso di dare una svolta a quella situazione di carenza di personale e di predisporre quegli incentivi che da tempo chiedevamo come sindacato».


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martedì 12 marzo 2024

Aggressione Sanitaria



50 aggressioni al giorno, trend in costante crescita degli infortuni da aggressioni rilevati da INAIL nel triennio 2020-22 (+12,9%), questi sono i dati principali che hanno coinvolto i sanitari dipendenti del SSN. Un fenomeno certamente sottostimato perché non ricomprende la Sicilia ma, soprattutto, i liberi professionisti, i convenzionati e tutti coloro che lavorano nelle strutture sanitarie private non accreditate. In ogni caso un fenomeno inarrestabile ben evidenziato in occasione della Giornata Nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari fortemente voluta dal Ministro della salute Schillaci. Secondo Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED (di cui fa parte ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), "l'ottimo lavoro svolto dall' Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie, in tema di analisi del contesto, rilevazione dati, comunicazione e formazione, necessita, a questo punto, di un vero cambio di passo". "Occorrono interventi concreti sull'organizzazione del lavoro per consentire un adeguato tempo di cura che permetta al medico di recuperare quel rapporto medico-paziente perso da troppo tempo. Certamente la grave carenza di personale sanitario non aiuta, anzi crea disagio nei cittadini, allunga i tempi di risposta ai bisogni di salute, tempi ulteriormente dilazionati dalla medicina amministrata e dalla mancanza di una seria mappatura e valutazione dei rischi nelle aziende. Secondo CIMO-FESMED la formazione deve partire nelle Aziende tra coloro che definiscono i processi organizzativi e certamente, in questa ottica, anche la norma sullo scudo penale, certifica come la vera criticità delle strutture sanitarie, sia legata alla grave carenza di risorse umane, materiali e finanziarie, alle condizioni di lavoro, al numero dei casi da trattare e al contesto organizzativo, tutti elementi concreti che concorrono all'aumento delle aggressioni. Rinforzo, dunque, delle norme legislative esistenti, adeguamento degli organici, licenziamento della raccomandazione n° 8 del Ministero e da un punto di vista contrattuale, recepimento della dichiarazione congiunta n° 5 del vigente CCNL secondo cui "è necessario che le aziende approntino tutte le misure necessarie, anche in tema di patrocinio e assistenza legale, per tutelare i dirigenti che hanno subito aggressioni".


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martedì 13 febbraio 2024

Proroga scudo penale


"La proroga dello scudo penale è il primo segnale importante del Governo nei confronti di una professione, quella medica, che necessita di un sostegno, non solo economico, ma di sistema". Questo il primo commento del Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici che evidenzia come la decisa interlocuzione avviata dal ministro Schillaci con il Ministero di Grazia e Giustizia possa finalmente accelerare i tempi per affrontare una riforma, quella della responsabilità professionale degli operatori sanitari, nell'attesa di conoscere le conclusioni dei lavori prodotti dalla commissione tecnica voluta dal Ministro Nordio. Una proroga indispensabile che, tuttavia, richiede, una conclusione rapida dei lavori per rivedere urgentemente la legge Gelli e dare, quindi, le necessarie certezze al lavoro dei medici e alla tutela giuridica dei pazienti. Un primo segnale che, di fatto, rientra tra le proposte di sistema che la Federazione CIMO-FESMED, rappresentativa di ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED, aveva rilanciato in occasione dello sciopero del 5 dicembre, proposta che ricomprende anche lo sbocco del tetto di spesa per il personale sanitario. Anche in questo caso sembra in dirittura di arrivo la sperimentazione AGENAS sul fabbisogno del personale, sperimentazione che tuttavia necessita di un'attenta analisi dei risultati derivanti dall'algoritmo anche in virtù della concreta applicazione del CCNL 19-21. Appare, infatti, superfluo sottolineare come l'orario di lavoro ed il servizio fuori sede rappresentino elementi imprescindibili nella valutazione del reale fabbisogno di sanitari. Non ultimo la rivalutazione della indennità di specificità della professione sanitaria, richiesta a gran voce in occasione della legge di bilancio e non accolta per consentire alle regioni di accaparrarsi alcune centinaia di milioni di euro utili a ridurre, sulla carta, i tempi di attesa per le prestazioni sanitarie. L'intervento adottato non è strutturale ma solo demagogico, certamente non risolutivo e con evidenti dubbi sul reale utilizzo di un finanziamento e che, di fatto, avrebbe assicurato quel riconoscimento economico atteso dai medici e dai sanitari del servizio pubblico. In sintesi, come Federazione CIMO-FESMED, attendiamo che le nostre richieste si concretizzino in atti e la proroga dello scudo penale sembra un buon inizio. #scudopenale #medici #salute #italia

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martedì 30 gennaio 2024

CONTO ECONOMICO 2021

Conto economico 2021: per il personale sanitario si spende sempre meno, ma boom di cooperative

In 11 anni il rapporto tra il costo del personale e la spesa sanitaria complessiva è passato dal 32% al 28%, ma nel 2021 si è speso il 66,22% in più rispetto al 2019 per medici gettonisti e cooperative

Roma, 30 gennaio 2024  La spesa sanitaria aumenta, ma si continua a risparmiare sul personale. A confermarlo è il Conto economico relativo al 2021 pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero della Salute: a fronte di un finanziamento del SSN aumentato, tra il 2010 ed il 2021, del 19,9%, il costo del personale è cresciuto solo del 2,77%. Da una elaborazione dei dati condotta dalla Federazione CIMO-FESMED, emerge allora con chiarezza come il rapporto tra il costo del personale e la spesa sanitaria complessiva sia in costante decrescita, passando dal 32% al 28%. 

Ma c'è un altro dato che, sebbene in modo indiretto, è legato all'evidente intenzione di disinvestire sul personale sanitario: la formazione continua, la cui spesa nel 2021 è diminuita del 7,72% rispetto al 2019 e del 23,72% rispetto al 2010.

A fronte di tali tagli, però, assistiamo all'aumento notevole di altri capitoli di spesa, a cominciare dalla voce relativa a consulenze, collaborazioni e lavoro interinale sanitari, per i quali nel 2021 si è speso oltre 900 milioni di euro in più rispetto al 2019, registrando un aumento del 79,28%. Sono questi i capitoli di spesa che ricomprendono le cooperative e i medici gettonisti, il cui costo è aumentato, nel triennio analizzato, di 173 milioni (+66,22%), passando da 261,5 milioni a 434,7 milioni di euro. 

Con il segno positivo anche altri capitoli, come la spesa per le assicurazioni (cresciuta, tra il 2019 ed il 2021, del 13,08%) e per i servizi non sanitari, ed in particolare i costi legati ai sistemi informativi (+35,49%), allo smaltimento dei rifiuti (+48,78%) e ai servizi di trasporto non sanitari (+25,59%).

«Si tratta di numeri impietosi, che vanno al di là delle polemiche politiche su quale governo abbia introdotto il tetto alla spesa del personale commenta Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -: la volontà ditagliare sulle figure professionali che tengono in vita il Servizio sanitario nazionale è bipartisan, e tale è la responsabilità delle condizioni drammatiche in cui oggi versa la sanità pubblica. Per risollevare il SSN, allora, è essenziale invertire il trend, e rilanciare l'offerta sanitaria tornando ad investire realmente sul personale sanitario».



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venerdì 26 gennaio 2024

Congresso CIMO - Roma 26/01/2024




Il Ministro della Salute Orazio Schillaci è intervenuto in mattinata al Congresso CIMO illustrando i risultati raggiunti dal Governo e le priorità su cui lavorare nei prossimi mesi, che corrispondono alle richieste presentate dal sindacato all'inizio dell'anno. "La sanità è tornata centrale nel dibattito politico – ha detto il Ministro – ed il dialogo con CIMO è costante, franco e costruttivo". "Da subito abbiamo voluto valorizzare economicamente il personale sanitario, che è una leva essenziale del sistema salute. Abbiamo aumentato le retribuzioni per le prestazioni aggiuntive volte ad abbattere le liste d'attesa, per le quali è necessario istituire un monitoraggio efficiente, e adesso vedremo se tali risorse saranno utilizzate in modo corretto dalle Regioni, considerato che lo scorso anno hanno utilizzato solo la metà delle risorse a disposizione. Stiamo lavorando per cercare di aumentare la specificità medica e sanitaria, un riconoscimento dovuto al personale, e sono convinto che entro la fine dell'anno riusciremo ad eliminare l'anacronistico tetto alla spesa per il personale sanitario". "Plaudo all'iniziativa della Lombardia che ha eliminato il fenomeno dei gettonisti: mettiamo sugli stipendi dei dipendenti i soldi che si spendono per i gettonisti. Abbiamo previsto lo scudo penale nel Milleproroghe e questo è un segnale di grande attenzione, ma la responsabilità professionale necessita di una riforma complessiva: tra un mese conosceremo i risultati del lavoro svolto dalla Commissione istituita dal Ministro Nordio proprio a questo fine". "Registriamo una importante disaffezione dei giovani nei confronti di alcune specializzazioni, un problema non solo italiano ma presente ad esempio anche negli Stati Uniti, dove tutti vogliono fare i dermatologi e nessuno l'Emergenza-Urgenza. Noi allora vogliamo incoraggiare i medici a restare nel SSN e incentivare i giovani laureati a scegliere le specializzazioni meno attrattive". "Sull'autonomia differenziata: sappiamo che la sanità è già regionale, e si registrano troppe differenze sull'efficienza e la qualità dei servizi erogati tra Regione e Regione, ma rivendico il ruolo di guida del Ministero della Salute affinché l'universalismo, l'equità e l'uguaglianza del diritto alla salute siano rispettati". "Infine, siamo convinti che il taglio dei posti letto vada rivisto così come vada potenziata la medicina territoriale tramite la revisione del DM 70 e del DM 77". "Possiamo migliorare la sanità italiana per i cittadini e per il personale sanitario, collaborando ognuno per le proprie competenze". #sanitapubblica #medici #ospedali Guido Quici


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martedì 23 gennaio 2024

COMUNICATO STAMPA

ANAAO ASSOMED E CIMO-FESMED CCNL medici e dirigenti sanitari, ANAAO ASSOMED e CIMO-FESMED: «Firmiamo un buon contratto nonostante alcune modifiche introdotte anche da "manine" conosciute» Roma, 23 gennaio 2024 - I sindacati ANAAO ASSOMED e CIMO-FESMED hanno firmato, in mattinata, il CCNL 2019-2021 dei medici, veterinari e dirigenti sanitari. Una firma attesa da mesi da tutta la dirigenza medica e sanitaria, grazie alla quale arriveranno aumenti retributivi pari, in media, a circa 150 euro lordi al mese e circa 10.800 euro lordi di arretrati. Tuttavia, la versione definitiva del contratto presenta alcune modifiche ad articoli precedentemente negoziati con i sindacati e previsti nel testo firmato lo scorso 28 settembre. Modifiche che vanno al di là della verifica della compatibilità delle spese previste con le risorse disponibili svolta dal Ministero dell'Economia e della Finanza. «Abbiamo denunciato formalmente questo atteggiamento in una dichiarazione a verbale perché viola i principi di buona fede, lealtà e trasparenza su cui dovrebbero essere improntate le relazioni sindacali» dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario ANAAO ASSOMED, e Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED. «Complessivamente si tratta di un buon contratto, e ringraziamo l'Aran, il Presidente Naddeo ed il suo staff per la collaborazione nel corso di una trattativa che è stata comunque difficile». «Adesso, in ogni caso, si apre un capitolo ancor più rilevante, ovvero la contrattazione integrativa in tutte le aziende sanitarie del SSN, necessaria a rendere operative molte delle innovazioni introdotte nel CCNL, che altrimenti rischiano di rimanere lettera morta. Non neghiamo una certa preoccupazione - aggiungono Di Silverio e Quici - perché negli ultimi anni nelle aziende le trattative sono state avviate con estremo ritardo e proseguite con molta lentezza. Ma la crisi della sanità pubblica non ammette ulteriori rinvii: sollecitiamo dunque tutte le direzioni ospedaliere a convocare rapidamente i rappresentanti sindacali per concludere il prima possibile le trattative decentrate e migliorare le condizioni di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari che lavorano nelle strutture pubbliche», concludono.


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martedì 16 gennaio 2024

CIMO-FESMED la ricetta per fermare la fuga dei medici ospedalieri

Nel 2024 intervenire su depenalizzazione dell'atto medico, eliminazione del tetto di spesa e valorizzazione dell'indennità di specificità medica e sanitaria. Quici: «Senza impegni seri su questi tre punti continueremo la mobilitazione» Roma, 11 gennaio 2024 - Quali sono le priorità su cui lavorare nel 2024 per tentare di frenare nei prossimi tre anni la fuga dei medici ospedalieri dal Servizio sanitario nazionale? Depenalizzazione dell'atto medico, eliminazione del tetto alla spesa per il personale sanitario e valorizzazione dell'indennità di specificità medica e sanitaria. Sono questi, secondo il sindacato di categoria Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono le sigle ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED), i tre punti nodali che consentirebbero ai medici di lavorare con più tranquillità e ottenendo maggiori riconoscimenti. Per evitare, nei prossimi tre anni, il fallimento del SSN occorre infatti rendere il lavoro nella sanità pubblica nuovamente attrattivo sia per i medici specializzandi che per i tanti professionisti che sono tentati di abbandonare il pubblico per lavorare nel privato o all'estero. «Chiediamo innanzitutto la chiusura rapida dei lavori della Commissione Nordio istituita per le problematiche relative alla responsabilità professionale dei medici - dichiara Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED -. Si tratta di un tema urgente e di estrema importanza, decisivo per le rivendicazioni sindacali, perché il timore di contenziosi, che nel 90% dei casi si risolvono in un nulla di fatto, rende impossibile ai professionisti lavorare con serenità. Dall'altra parte, la preoccupazione del medico porta ad una crescita esponenziale del ricorso alla medicina difensiva, che ogni anno costa allo Stato oltre 10 miliardi di euro». «In secondo luogo - spiega ancora Quici - occorrerebbe eliminare l'odioso tetto alla spesa per il personale sanitario, introdotto nel 2004 e mai più modificato se non marginalmente. Tale intervento cancellerebbe l'alibi adottato da più Regioni secondo le quali la causa delle mancate assunzioni e valorizzazioni del personale sarebbe proprio tale limite di spesa, che viene aggirato pagando a peso d'oro il lavoro a cottimo delle cooperative. In realtà i dati ci mostrano che nel 2022 il tetto è stato lievemente superato solo dall'Emilia Romagna, mentre complessivamente le altre Regioni avrebbero potuto spendere 2,6 miliardi di euro in più. Per questo l'eliminazione del tetto avverrebbe praticamente a costo zero, ma responsabilizzerebbe maggiormente le Regioni, costringendole a spendere le risorse a disposizione per il personale sanitario». «Infine ma non da ultimo - aggiunge Quici - in attesa di firmare il contratto scaduto nel lontano 2021, chiediamo ancora una volta di far uscire il personale sanitario dalla pubblica amministrazione e di valorizzarlo economicamente attraverso l'aumento dell'indennità di specificità medica e sanitaria, in modo da avvicinare gli stipendi italiani alla media europea. La legge di bilancio è stata un fallimento perché le risorse stanziate per i rinnovi dei contratti, quale atto dovuto, non sono assolutamente sufficienti a raggiungere tale scopo: gli aumenti previsti sono infatti inferiori al tasso inflattivo, e in ogni caso dopo il Covid ci aspettavamo un adeguato riconoscimento che è venuto meno a causa di mance elargite a Regioni e privato con la promessa della riduzione dei tempi di attesa. Riduzione che non si verificherà mai senza un vero rilancio del SSN». «Si tratta di tre richieste ben note al Governo, a cui è stato chiesto un impegno serio che porti in tempi rapidi al raggiungimento di questi obiettivi ambiziosi ma non impossibili. Se tuttavia dalle parole non si passerà rapidamente ai fatti, proseguiremo convintamente la mobilitazione avviata negli scorsi mesi»,

conclude il Presidente CIMO-FESMED. A.N.P.O. A.S.C.O.T.I. CIMO CIMOP MEDICI OSPEDALITA' PRIVATA FESMED




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venerdì 12 gennaio 2024

'Aula della Camera questa mattina 11 gennaio ha approvato sei mozione di maggioranza e opposizione in materia di disciplina della responsabilità professionale degli operatori sanitari e per il superamento delle criticità connesse alla carenza di organico del personale

Seppur con diverse modifiche apportate dal governo, le mozioni hanno impegnato il governo su numerosi punti, a partire dalla necessità di ulteriori assunzioni, dal miglioramento delle condizioni economiche e contrattuali degli operatori sanitari, dal valutare l'opportunità di introdurre un trattamento economico differenziato per alcuni specializzandi o altre modalità utili a sopperire alla carenza di infermieri e di medici specializzati in alcuni ambiti. E poi ancora, ad adottare in tempi rapidi i decreti attuativi previsti dalla legge Gelli dello scorso 2017; a definire in maniera chiara cosa intendere per "colpa grave", attivare dove necessario il funzionamento della struttura di risk management già prevista dalla stessa legge Gelli; limitare la responsabilità penale dell'esercente la professione sanitaria, modificando l'articolo 590-sexies del codice penale; e introdurre, accanto al ricorso alla via giudiziaria, un sistema di risoluzione "alternativo" delle controversie. —-Inportanti News parlamentari . 

A cura CIMO Luciano Mulas


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