lunedì 24 luglio 2023

COMUNICATO STAMPA

                 

                                      COMUNICATO STAMPA
Contratto medici, CIMO irremovibile su orario di lavoro e corretto utilizzo dei fondi
Il Presidente del sindacato dei medici Guido Quici: «Ottenuto qualche risultato
positivo, ma non ci sono ancora le condizioni per chiudere. Troppi i nodi da
sciogliere. Attendiamo testo su parte economica e risposte su ore di lavoro
regalate»


Roma, 24 luglio 2023 - «Non ci sono ancora le condizioni per chiudere il contratto dei
medici». A ribadirlo, alla vigilia di un nuovo incontro in Aran, è il Presidente CIMO Guido
Quici. «Occorre lavorare ancora molto per arrivare ad un accordo sul numero massimo di
pronte disponibilità e di guardie notturne, che minano la qualità della vita dei
professionisti, e sulla retribuzione del lavoro extra-orario. Ci sono numerosi aspetti che
non sono stati affrontati, come l'intramoenia, gli specializzandi, la mobilità, l'aspettativa, il
tema del patrocinio legale e il servizio fuori sede, che al momento obbligherebbe i medici
a vagare tra diverse strutture ospedaliere distanti anche decine di chilometri».
«Senza aver ricevuto alcun testo – prosegue Quici –, abbiamo iniziato la discussione
sulla parte economica, tuttavia al momento limitata agli incrementi contrattuali e senza
conoscere la vera entità dei fondi. Non sappiamo in che modo verrà finanziata una nuova
indennità che si intende istituire per i dirigenti sanitari, ovvero l'indennità di specificità
sanitaria, se non grazie all'ennesimo contributo di solidarietà di medici e veterinari. Non
sappiamo se la possibilità di utilizzare in modo improprio i fondi contrattuali sarà
confermata o meno nel nuovo testo».
«È indubbio che, anche grazie al contributo del lavoro instancabile dei tecnici della CIMO
e alla disponibilità dimostrata dall'Aran, nelle ultime settimane siano stati ottenuti alcuni
risultati positivi; ma a poco serviranno se le Regioni non intendono sciogliere i veri nodi
della trattativa: non abbiamo alcuna intenzione di continuare a regalare ore di lavoro né di
utilizzare i nostri fondi contrattuali per finalità diverse. CIMO, su questi due punti, sarà
irremovibile», conclude.

venerdì 7 luglio 2023

Medici senza Concorso

Il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha annunciato di voler assumere medici senza concorso, valutando esclusivamente il curriculum degli aspiranti dipendenti del Servizio sanitario pugliese, per far fronte ad una carenza di personale sanitario che nella Regione risulta particolarmente grave. Una proposta accolta con sconcerto e incredulità dal sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED: «È la Costituzione a sancire il principio per cui nella pubblica amministrazione si accede mediante concorso – dichiara Guido Quici, Presidente nazionale della Federazione CIMO-FESMED -. Una norma sacrosanta per garantire il rispetto della trasparenza e della meritocrazia nelle procedure di selezione, che in questo modo verrebbero altamente compromesse. E ne è consapevole Emiliano stesso, che non a caso ha parlato di "misura estrema al limite della formalità giuridica"».

«Vorremmo far presente al Presidente della Regione che non sono le procedure concorsuali a far scappare i medici dagli ospedali pugliesi – aggiunge -. È la precarietà che li allontana; sono le condizioni di lavoro costantemente ai limiti che li spingono nel privato; sono gli stipendi non competitivi rispetto al resto d'Europa che li portano a cercare lavoro all'estero o nelle cooperative, dove bastano tre turni di lavoro per guadagnare più di quanto guadagna un dipendente; è l'attuale contratto collettivo di lavoro nazionale che rende i professionisti prigionieri degli ospedali, ed il prossimo rischia di essere addirittura peggiore di quello vigente, considerate le bozze presentate nella trattativa in corso per il rinnovo del CCNL».

«Ci auguriamo che questa proposta sia solo una provocazione, e che si inizi invece a lavorare per risolvere le vere cause della fuga dei medici dalla sanità pubblica. A partire dal rinnovo di un contratto di lavoro realmente migliorativo che la Puglia e le Regioni dovrebbero sostenere in seno al Comitato di settore della Conferenza delle Regioni», 

Guido Quici.

lunedì 3 luglio 2023

I: Comunicato stampa rinnovo CCNL

COMUNICATO STAMPA

 

Rinnovo contratto medici, CIMO si prepara alla mobilitazione

Il Presidente del sindacato Guido Quici: «Ci chiedono di lavorare di più e in condizioni peggiori, mettendo in pericolo la tutela della salute. La fuga dagli ospedali è un'emergenza nazionale. È così che si intende frenarla?»

 

Roma, 30 giugno 2023 – Il sindacato dei medici CIMO si prepara alla mobilitazione e incontrerà i propri iscritti per far conoscere loro le implicazioni dell'ultima bozza del contratto collettivo nazionale che si sta discutendo in Aran. Dopo cinque mesi di trattativa, infatti, sono state accolte solo alcune richieste dei sindacati, peggiorando al contempo la formulazione di altri articoli più rilevanti. Emerge dunque con chiarezza la direzione che si intende dare alla contrattazione e al futuro dei medici dipendenti e del servizio sanitario pubblico: nonostante i numerosi tentativi di mediazione dell'Aran, le Regioni, che hanno realmente in mano il pallino e sono alle prese con una grave carenza di personale sanitario, pur di garantire i servizi intendono far lavorare di più e in condizioni peggiori i pochi camici bianchi rimasti, inficiando la qualità delle cure e incentivando la fuga dagli ospedali verso il privato e le cooperative.

Per fare alcuni esempi: nonostante il testo sancisca la volontà di migliorare "l'armonizzazione della vita privata e familiare" dei medici, di fatto la nuova formulazione dell'orario di lavoro non elimina il rischio di dover lavorare senza limiti orari per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, prevedendo, per le ore eccedenti, una retribuzione attraverso il fondo di risultato che vale in media 3.000 € l'anno, pari a circa 57 € a settimana. In concreto nulla di diverso rispetto a quanto previsto dal testo vigente che ha svuotato gli ospedali. Basti pensare che per un turno di 12 ore un medico a gettone può guadagnare fino a 1.700 euro.

Inoltre, l'eccessivo numero di guardie notturne e festive e di pronte disponibilità impedisce una reale continuità assistenziale, rallenta la normale attività di elezione nei reparti e penalizza la crescita professionale dei giovani medici, che rischiano di essere relegati a guardiani di posti letto.

Viene introdotta la possibilità che un direttore di dipartimento possa delegare alcune delle proprie funzioni da primario ad un medico di un altro reparto, determinando il rischio che ad esempio alcuni compiti del primario di pneumologia siano affidati ad un gastroenterologo.

Viene poi istituito il servizio fuori sede, per cui un medico che lavora in una azienda composta da diversi presidi potrà essere chiamato, senza alcun preavviso, a prestare la propria attività in uno di essi, che può essere distante anche decine di chilometri dalla propria sede di lavoro. Si introduce così la figura del medico itinerante.  

«La nostra non è una mera rivendicazione di categoria, perché la sempre più evidente carenza di medici negli ospedali è un'emergenza nazionale che mette in pericolo la tutela della salute dei cittadini – dichiara Guido Quici, Presidente CIMO -. Considerata l'unanime volontà politica di frenare, a parole, la fuga dagli ospedali, ci siamo illusi che il rinnovo del contratto potesse rappresentare uno strumento utile a rendere gli ospedali nuovamente attrattivi. L'attuale bozza invece va nella direzione contraria rispetto a quella prospettata dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, che più volte ha dichiarato di voler migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario, e a cui chiediamo un sostegno. CIMO continuerà a partecipare alla trattativa con l'obiettivo di ottenere un miglioramento sostanziale del testo», conclude Quici. 

 


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