martedì 5 maggio 2020

Intersindacale medica e veterinaria: “Schiaffo di Rossi ai medici in intramoenia: non potranno ricevere i loro pazienti”

  

Parte la fase 2 negli ospedali. Si riaprono gli ambulatori istituzionali, ma un'Ordinanza del Governatore impedisce di fatto ai cittadini di scegliere un professionista di riferimento. Continua invece l'attività libero professionale dei medici in extramoenia, di quelli convenzionati e di coloro che lavorano nelle cliniche private convenzionate. I sindacati minacciano la mobilitazione generale

05 MAG 2020 -

"Continua l'attività libero professionale dei medici dipendenti extramoenia, di quelli convenzionati e di coloro che lavorano nelle cliniche private convenzionate con il sistema sanitario pubblico. Solo i medici che hanno scelto il rapporto esclusivo con il sistema pubblico non potranno ricevere i loro pazienti, basti pensare alle centinaia di donne in gravidanza a cui viene negato il diritto di essere curate da un professionista di fiducia".

  L'Intersindacale medica e veterinaria della Toscana alza le barricate. In un comunicato congiunto, Anaao Assomed, Cimo, Aaroi Emac, Fassid, Fesmed, Cgil Fp Medici, Cisl Medici, Fvm, Anpo Ascoti Fials, Uil Fpl Medici, puntano il dito verso un'Ordinanza del presidente Enrico Rossi che di fatto li sfavorisce impedendo di esercitare attività in intramoenia. E se non si farà marcia indietro minacciano di aprire una mobilitazione generale che vede come primo atto l'invio di una diffida ai vertici regionali e delle aziende sanitarie

"Oggi il Presidente della Toscana ci chiede turni di apertura dei sevizi ambulatoriali per 12 ore al giorno dal lunedì al sabato (e siamo pronti a fare anche di più!) – scrivono in una nota – e ci ripaga con un'ordinanza con cui compie uno scivolone di pregiudizio ideologico che oscura il rapporto di reciprocità con i dottori che lavorano nei suoi ospedali, dottori che hanno contribuito in modo determinante a rendere la sanità toscana una delle migliori d'Italia pur essendo i peggio pagati in Italia. Medici che, rinchiusi da mesi in ospedale hanno affrontato compatti l'emergenza Covid troppo spesso con protezioni insufficienti armati solo della loro etica professionale.

  La libera professione dei medici a rapporto esclusivo non ha e non può avere relazione con i tempi di attesa perché questi dipendono dal gap di risorse che mancano all'appello di un sistema che, negli ultimi dieci anni, ha subito tagli di ogni genere mentre i bisogni e le tecnologie aumentano ogni giorno.
Certo, la normativa emergenziale può prevedere che si possa, in casi eccezionali, chiudere temporaneamente anche l'intramoenia in specifiche strutture, ma chiuderla a priori, in tutta la Toscana, prima ancora di ripartire con le attività assistenziali non solo è illegittimo ma inaccettabile sotto tutti i punti di vista.

  L'Intersindacale Medica, Veterinaria e Sanitaria della Toscana, se il punto non verrà chiarito, se la politica regionale che ha responsabilità di governo non riuscirà a gestire questa situazione, aprirà una mobilitazione generale del sistema che come primo atto prevede una diffida che sarà recapitata ai vertici regionali e delle aziende sanitarie. Ma non basta, molti professionisti, delusi da come vengono trattati, meditano di passare all'extramoenia, ambito che ad oggi non sembra soggetto a iniziative estemporanee legate all'umore del politico di turno, che non prevede prelievi da parte dell'azienda che possono raggiungere anche il 50% dei ricavi, che garantisce piena libertà nell'esercizio della professione e elimina i vincoli di fedeltà ad un sistema pubblico che, purtroppo – concludono – in questa fase storica, sembra stare a cuore solo ai professionisti che turno dopo turno garantiscono la salute di tutti".

 

 

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