Manca personale? Niente paura, il servizio H24 in ospedale si sostiene con l'apporto di medici giunti da altri presidi. Un reparto garantito da prestazioni "mordi e fuggi"! Sulla carta può sembrare un'idea vincente. Il cittadino è contento, il reparto c'è. Ma a quale prezzo? I sindacati medici dell'Usl Nord Ovest Toscana hanno deciso di sollevare il velo su questi problemi dopo che l'utilizzo di personale a copertura di turni, provenienti da ospedali diversi, è diventata la regola che dura da anni. «La carenza di personale medico che si protrae già dal 2018, non ha mai visto una soluzione strutturale e l'organizzazione del servizio in diverse unità operative è stata portata avanti con soluzioni tappabuchi», dice Lorenzo Preziuso presidente Cimo Fesmed in Toscana. Per quanto riguarda l'Usl Nord Ovest, Preziuso cita il caso dell'Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell'Ospedale di Castelnuovo Garfagnana, dove l'unico medico rimasto in organico, è il primario. Per coprire servizi di guardia di 24 ore e per l'assistenza in reparto, si ricorre a cardiologi provenienti da altri ospedali, che vi effettuano turni occasionali. «In questo modo non è possibile assicurare un'adeguata continuità assistenziale e si rischiano gravi ripercussioni sulla qualità delle cure. Purtroppo, parliamo della punta di un iceberg che riguarda anche altri ospedali, spesso piccoli e periferici: una situazione drammatica dovuta al mancato turnover che non copre pensionamenti, rinnovi di contratti a termine e le ormai frequenti fughe verso realtà meglio organizzate e più sicure».
«Siamo medici e facciamo del
nostro meglio per assicurare una adeguata assistenza. Ci prestiamo a coprire i
turni per non sguarnire nosocomi e pronto soccorso», continua Preziuso. «Ma a
tutto c'è un limite. Ormai da anni tutto si basa sul sacrificio dei professionisti,
che devono rinunciare alle ferie e ai previsti riposi per coprire le sempre
maggiori carenze di personale. Molte volte si superano, per questo, i limiti
previsti dalla normativa europea sull'orario del lavoro, senza considerare che
spostare personale per prestare servizio in altro ospedale significa sguarnire
quello di provenienza. Le direzioni devono prenderne atto. Se in un reparto
l'organico è insufficiente a coprire il servizio, e non si può garantire
un'assistenza adeguata con personale stanziale, vanno trovate soluzioni
alternative. L'interlocuzione con la Regione per cambiare le cose c'è; stiamo
lavorando per cercare soluzioni efficaci e condivise». Il problema non è solo
della regione Toscana. I continui tagli alla sanità, ormai da decenni, hanno
ridotto le risorse e con questo è a rischio la qualità dell'assistenza.
Purtroppo, si prevede che nei prossimi tre anni le risorse sanitarie
scenderanno ad una percentuale di Pil inferiore ai livelli pre-Covid. Cimo
Fesmed nazionale ha scritto una lettera al governo e agli italiani, in cui si
avvisa che "presto non ci saranno più medici per curarvi. Se potete
permettervi un'assicurazione sanitaria iniziate ad informarvi su come
acquistarla". Il timore è che di qui al 2026, anno in cui la spesa
sanitaria sarà scesa sulla soglia del 6% del Pil, sarà "pressoché
impossibile far funzionare gli ospedali e mantenere un livello di assistenza di
qualità della sanità pubblica". I medici del sindacato presieduto da Guido
Quici, al quale aderiscono le sigle Anpo-Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed, chiedono
più fondi per la sanità nella prossima Legge di Bilancio per impedire lo
smantellamento degli ospedali e della medicina del territorio.
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