lunedì 31 marzo 2025

Rinnovo contratto 22-24


Le trattative per il rinnovo del contratto del comparto sanità sono in stallo, e potrebbero riprendere in maniera più decisa a metà aprile, al termine delle elezioni delle RSU. Nel frattempo, tuttavia, medici e dirigenti sanitari attendono l'apertura del tavolo per il rinnovo del CCNL 2022-2024, quindi già scaduto. Eppure nelle scorse settimane ANAAO ASSOMED e la Federazione CIMO-FESMED hanno partecipato ad una serie di incontri informali con l'Aran e la Conferenza delle Regioni al fine di avviare le trattative e chiudere rapidamente la parte economica del contratto della dirigenza, delimitando gli interventi nella parte normativa del CCNL in vigore (che ancora non viene applicato nelle Aziende) alla correzione di alcune incongruenze. Inoltre, era stato assunto l'impegno di firmare il CCNL 2025-2027 entro la scadenza, considerando che gli aumenti più sostanziosi sono stati stanziati per questo triennio contrattuale.

Terminati gli incontri e concluso un lavoro proficuo svolto da tutte le parti, però, all'Aran e alle Regioni tutto tace. «C'è davvero la volontà politica di chiudere il contratto dei medici e dei dirigenti sanitari per dare ristoro ad una categoria che sta vivendo gravissimi disagi, oppure dobbiamo continuare ad essere ingabbiati in dinamiche che non ci riguardano?» chiedono Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente CIMO-FESMED.

«Aspettiamo che i nostri interlocutori battano un colpo – concludono Di Silverio e Quici – sperando di poter vedere presto, nelle buste paga dei colleghi, gli aumenti previsti dal Governo».


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domenica 2 febbraio 2025

Comunicato Stampa



Medici in fuga dal SSN: in sei anni dimissioni triplicate. Quici (CIMO-FESMED): «È emergenza» Il Presidente del sindacato dei medici: «Task shifting non è soluzione a carenza di professionisti. Prevedere tavolo di confronto con rappresentanti dei lavoratori prima di trasferire competenze da una professione all'altra» Roma, 31 gennaio 2025 - In sei anni, il numero di medici che si sono dimessi dal Servizio sanitario nazionale è triplicato: nel 2016 erano 1.564, nel 2022 4.349. Ed è estremamente probabile che negli ultimi due anni tale numero sia ulteriormente cresciuto. Il dato, presentato dal Ministero della Salute nel corso dell'audizione in Commissione Affari sociali sul riordino delle professioni sanitarie, è eloquente: la fuga dei medici dagli ospedali pubblici e oramai un emergenza. Al contempo, risulta altrettanto impressionante la crescita del numero di borse di specializzazione non accettate dai neo-medici registrata tra il 2021 ed il 2024 che, complessivamente, è passato dal 10% al 29%. «Come ripetiamo spesso, il Servizio sanitario nazionale non è più attrattivo - dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED -. E il problema, come ha ben evidenziato la dottoressa Mainolfi, DG delle professioni sanitarie e delle risorse umane del SSN, non riguarda solo i medici, ma anche gli infermieri. Condividiamo l'analisi delle cause di tale emergenza illustrata dal Ministero, che spazia dal fattore retributivo alla responsabilità professionale; tuttavia, nutriamo seri dubbi su alcune delle proposte presentate per risolvere la situazione». «Se, infatti, riteniamo necessaria la definizione di ruoli e responsabilità di ciascun professionista, non possiamo che dissentire sulla proposta di "sviluppare forme di task shifting", che non consentirebbero né di superare il grave problema di carenza di professionisti e di attrattività del SSN, né di garantire la sicurezza delle cure per i «Deve essere chiaro, infatti, che l'incremento di competenze e responsabilità difficilmente renderà più appetibili alcune professioni sanitarie, a fronte del medesimo trattamento economico e delle stesse condizioni di lavoro sofferte oggi. In un contesto di grave carenza di personale, aumentare le competenze senza l'adeguamento dell'organico non può che essere un boomerang, che non risolverebbe il problema ma anzi lo amplierebbe, rendendo ancora meno attrattivo il lavoro in ospedale. Al contempo, è necessario preservare le attività che devono essere svolte in modo esclusivo dai medici, a partire da anamnesi, diagnosi e terapia», «In ogni caso - conclude il Presidente CIMO-FESMED - ci auguriamo che qualsiasi intervento volto a riordinare le professioni sanitarie e a prevedere il trasferimento di competenze da una professione all'altra veda un coinvolgimento attivo e centrale dei rappresentanti dei professionisti ad un tavolo di confronto. Sono i professionisti, infatti, gli unici attori capaci di offrire una visione sistemica delle criticità e delle esigenze di un Servizio sanitario nazionale in costante evoluzione».


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sabato 25 gennaio 2025

Congresso Cimo



"Chiediamo – ha dichiarato Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED - una definizione puntuale di atto medico e la delimitazione delle competenze di ciascun professionista sanitario. L'attuale anarchia dei ruoli e i ripetuti attacchi alla nostra professione, che paga il prezzo più alto in termini di responsabilità professionale, sono inaccettabili e mettono a rischio la sicurezza delle cure". Una grande manifestazione unitaria a maggio prossimo che vedrà sfilare per le vie di Roma i medici, dipendenti e convenzionati, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, i medici del territorio e gli specializzandi, riuniti sotto lo slogan INVESTIRE SUI MEDICI PER SALVARE IL SSN. Nel frattempo in tutte le Regioni saranno organizzate varie iniziative intersindacali per sensibilizzare i professionisti. Questo il pacchetto promosso da ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED – ALS – GMI - FIMMG – FIMP – SUMAI – SMI - SNAMI – FTM con il sostegno della FNOMCEO e la partecipazione di CITTADINANZATTIVA per dar voce ai diritti dei medici. I sindacati, che oggi hanno riunito i direttivi nazionali a Roma, fanno fronte comune per richiedere la definizione di atto medico, una revisione della responsabilità medica, l'adozione di misure volte a rendere attrattiva e a riqualificare la professione, sicurezza sui luoghi di lavoro, un rapporto medico-paziente rinsaldato, la definizione di un nuovo patto per la salute e l'adozione di un approccio "One Health".


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venerdì 24 gennaio 2025

Flat tax




«Accogliamo con soddisfazione la decisione assunta dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in materia di flat tax delle prestazioni aggiuntive, che verrà dunque estesa a tutte le tipologie, comprese le guardie notturne» dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED. «È, questo, un tema che ha visto il nostro sindacato impegnato in prima linea, denunciando a mezzo stampa l'iniquità della prima interpretazione della norma fornita dalla Conferenza delle Regioni e diffidando, lo scorso 27 novembre, tutte le Aziende sanitarie dall'applicare la defiscalizzazione in modo scorretto – ricorda Quici -. È proprio grazie a queste diffide e all'intervento chiarificatore dell'Agenzia delle Entrate dell'11 dicembre che le Aziende sanitarie già oggi applicano la tassazione agevolata a tutte le prestazioni aggiuntive». «Siamo grati che la nostra azione sia servita a salvaguardare concretamente il lavoro e la retribuzione dei colleghi, che altrimenti avrebbero dovuto restituire migliaia di euro alle Aziende», conclude Quici. 

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